Il profumo delle banconote ha un fascino intramontabile, ma quando ci si accinge a vendere un’automobile usata è bene fare molta attenzione: nel caso in cui si accordi un pagamento in contanti, infatti, è molto importante seguire alcune regole per non intrappolarsi in situazioni spiacevoli. I contanti, infatti, sono la forma di pagamento che viene normalmente associata all’evasione fiscale e al riciclo di denaro ottenuto in maniera illecita. Proprio per questo motivo vi sono dei vincoli di legge molto chiari e specifici, che per via delle conseguenze con le forze dell’ordine non vanno sottovalutati.
IL LIMITE DI LEGGE In passato non era previsto alcun limite alla circolazione dei contanti, permettendo pagamenti cospicui mediante l’uso delle banconote. Questo sistema, però, non è tracciabile e spesso sfugge anche ai più attenti controlli della Guardia di Finanza: una grande comodità per i malavitosi, che potevano ripulire il denaro “sporco” acquistando legalmente oggetti ed attività commerciali.
Per evitare il dilagante impiego di questo denaro non dichiarato, il nostro ordinamento ha introdotto delle norme che regolano la circolazione del denaro contante e ne limitano l’impiego. In particolare, è stato introdotto un tetto massimo di 3.000 euro sulle transazioni, dunque al di sopra di tale cifra è necessario utilizzare un metodo di pagamento diverso. Ogni volta che ci si trova di fronte ad un’offerta in contanti superiore ai mille euro, dunque, per qualsiasi oggetto e dunque anche per le automobili esso va rifiutato. Non è necessario che la cifra venga versata del tutto nello stesso momento, per violare la legge è sufficiente che alla singola operazione di acquisto venga associato un pagamento in contanti superiore alla soglia: anche qualora venisse rateizzata con singoli importi molto bassi, infatti, si tratterebbe comunque di un illecito.
FALSARI, COME PREVENIRLI Nel caso in cui la compravendita di un’auto usata comporti un pagamento inferiore alla soglia di legge, allora è evidente che il pagamento in contanti viene concesso. Tuttavia, i rischi non si esauriscono qui: la falsificazione delle banconote, infatti, è una truffa che ha origini antichissime ed è ancora molto diffusa al giorno d’oggi. Il venditore, per evitare di incappare in un pagamento non autentico, può adottare una semplice strategia di prevenzione: moltissime attività commerciali, come bar, ristoranti e negozi, oggi adottano delle macchine appositamente costruite per evitare i pagamenti con denaro falsificato. Sarà sufficiente recarsi nel bar più vicino e chiedere la cortesia di poter inserire le banconote all’interno dello strumento per verificare che esse siano originali: in questo caso il venditore potrà accettare il pagamento ed essere sicuro di trovarsi in linea con tutte le normative; in caso contrario, invece, è necessario agire immediatamente per verificare quale o quali banconote siano state falsificate e quali responsabilità abbia a riguardo l’acquirente. In ogni situazione del genere è necessario chiamare immediatamente le autorità, rivolgendosi nello specifico ai carabinieri o alla Guardia di Finanza, che poi procederanno ad effettuare i controlli del caso.
QUANDO CONSEGNARE IL PAGAMENTO C’è sicuramente un momento migliore per consegnare il pagamento in contanti. Questo è constestuale alla compilazione dei moduli per l’aggiornamento della carta di circolazione e del certificato di proprietà: in quel preciso momento, infatti, l’acquirente ha la certezza che una volta consegnato il denaro verrà registrato il passaggio di proprietà, mediante la registrazione dei moduli presso lo sportello del PRA. Il venditore, dal canto suo, non ha ancora perso la proprietà del mezzo, dunque può evitare di consegnare i documenti aggiornati allo sportello se l’acquirente si rifiuta di pagare. Andare ad effettuare il trasferimento di contanti in un altro momento, invece, comporta dei rischi per il compratore o il venditore, a seconda che si esegua l’operazione prima o dopo il passaggio di proprietà. Se il pagamento, infatti, avviene in un momento anteriore a quello del passaggio, il venditore potrebbe non presentarsi allo sportello e tenere i soldi per sè. Qualora, invece, il momento della transazione in denaro fosse succesivo, sarebbe l’acquirente a poter truffare il vecchio proprietario: gli basterebbe tenersi il mezzo e chiudere ogni contatto con il suo creditore, senza mai fargli vedere la somma promessa.
Se è vero che il problema della tempistica è presente con ogni tipo di pagamento, esso assume una dimensione particolare quando si tratta di contanti: mentre il bonifico bancario e l’assegno circolare, infatti, prevedono l’inserimento di una causale nel pagamento, ciò non avviene con un passaggio di denaro contante. Questo significa che fornire la prova di un avvenuto o mancato pagamento è davvero molto difficile, è la parola del venditore contro quella dell’acquirente: nella quasi totalità dei casi, dunque, passando anche per vie legali non si riesce a trovare una prova accettata dal giudice.
Il pagamento in contanti, dunque, è un sistema poco efficiente per saldare la compravendita di un’auto usata: rischioso in termini legali e di affidabilità, l’utilizzo di un assegno circolare è comunque di gran lunga raccomandato.